Assolta Daniela Stuto
"Non ha avvelenato l'amica"
Le due ragazze vivevano a Roma nello stesso appartamento
ROMA - "Questa è la verità, è la verità". Daniela Stuto, tra le lacrime, stretta al suo fidanzato Fabrizio, accoglie così la sentenza della seconda Corte d'Assise di Roma che la assolve dall'aver avvelenato la sua amica Francesca Moretti. Secondo i giudici Daniela Stuto, che si era sempre proclamata innocente, "non ha commesso il fatto". "Ci aspettavamo questa decisione e non abbiamo mai avuto dubbi" commenta l'avvocato Fiorangelo Marinelli, difensore di Daniela Stuto.
"Io non ho mai perso la fiducia - dice la Stuto -. Sono stata sempre certa della mia assoluzione. Non ho mai dubitato della sentenza anche se le cose che sono state dette mi hanno straziato e mi avevano indotto a farmi perdere la fiducia nella giustizia che non ho però mai abbandonato perchè altrimenti non si potrebbe andare avanti. E' stato un anno difficile e difficile non è stata solamente la giornata di oggi".
Un'accusa pesante quella che gravava su Daniela Stuto: era lei l'unica persona, secondo la procura di Roma, che il 22 febbraio 2000 avrebbe potuto somministrare il veleno all'amica. Per questo stamattina il pm aveva chiesto 25 anni di reclusione. Contro di lei anche le numerose bugie e le tante contraddizioni, elencate dal gip in un duro provvedimento che le negava la scarcerazione, in cui la Stuto sarebbe incorsa davanti agli investigatori per allontanare da sè ogni sospetto. Oscuro però il movente del delitto.
Daniela Stuto, studentessa 28enne di psicologia originaria di Lentini (Siracusa), venne arrestata e rinchiusa nel carcere di Rebibbia con l'accusa di avere ucciso con una dose di cianuro, versata in una minestra al formaggino, Francesca Moretti, 29 anni di Pesaro, con la quale abitava in un appartamento in via dello Scalo di San Lorenzo, a Roma.
"Non ho niente da festeggiare perchè mi hanno rubato un anno di vita e una festa non basta per farmelo restituire" dice Daniela Stuto. Che ricorda così Francesca Moretti: "Io le sono stata sempre vicina, io non le ho fatto niente, io non ho commesso niente" ripete la ragazza. I giudici le hanno creduto. Ma un interrogativo resta. "Chi ha ucciso mia figlia? Quale è stata la motivazione?" si chiede la mamma di Francesca Moretti
(10 aprile 2002)