Curriculum vitae di Valentino Tavolazzi
Sono nato nel 1950 a Ferrara, nel rione popolare di via Fossato di Mortara 19, e abito a Francolino con Marisa, sposata nel 1976, da cui ho avuto Valerio nel 1977 e Cinzia nel 1981.
Mio padre Remo, ferroviere e musicista, la mamma Fedora e mio fratello Tiziano, fin dall'infanzia mi hanno trasferito i valori in cui credo. Da Remo, dagli zii Eros, Franco e dal cugino Ares, ho ricevuto la passione per la musica, che pratico fin da ragazzino, quando iniziai ad esibirmi nelle balere della provincia, nelle feste dell'Unità e di paese, con il complesso musicale di famiglia.
Ho vissuto per 26 anni al Barco, una comunità operaia, politicamente di sinistra, a contatto con le difficoltà di una vita dura e semplice, ma onesta e felice. Casa del popolo e strada sono stati i luoghi dell'infanzia e della giovinezza. Per anni ho frequentato anche il mondo cattolico, nella parrocchia di San Pio X, ai tempi del mitico don Dioli, cui è subentrato l'instancabile don Silvio. Contesti sociali diversi, che hanno contribuito ad una formazione aperta.
Completati gli studi superiori (liceo scientifico A. Roiti con insegnanti come Montanari, Fiorentini e Frizziero), a 24 anni mi sono laureato con 100/100 in ingegneria meccanica a Bologna, dopo una tesi in programmazione della produzione alla Stayer di Ferrara.
Assolto il servizio militare, dopo un breve periodo di insegnamento all'Ipsia, nel 1977 ho lasciato scuola e Ferrara, per trasferirmi con la famiglia a Marghera, come tecnico della manutenzione del TDI nel Petrolchimico, impianto ad elevato rischio.
Rientrato a Ferrara, tra la fine degli anni '70 ed i primi anni '80 ho lavorato alla Cei, cooperativa edile tra le maggiori nel paese.
Nel 1983, a soli 32 anni, il presidente della Lega delle cooperative Pusinanti mi affidò la direzione della cooperativa, con il compito ardito di sottrarla al fallimento incombente. Ma dopo pochi mesi, l'allora PCI, il Comune e la stessa Lega, consegnarono la CEI nelle mani del presidente della Coopcostruttori Donigaglia, che nel 1985 la fece chiudere, cannibalizzandola. Ora Ferrara non ha più la Cei, nè la Coopcostruttori.
In quel periodo ho sentito per la prima volta il disagio politico verso il maggior partito della sinistra, soprattutto per la divaricazione che avvertivo tra la politica annunciata a parole e quella praticata. Disagio che è cresciuto negli anni successivi a seguito delle scelte operate dal PCI, fino ad indurmi a rinunciare alla tessera di partito dal 1996.
Dimessomi dalla Cei nell'84, ho iniziato l'esperienza professionale più lunga e più ricca della mia vita nella CMC di Ravenna, impresa di costruzioni tra le maggiori d'Europa. Nei 16 anni di intenso lavoro ho ricoperto vari incarichi in Italia ed all'estero, tra i quali direttore commerciale di sede, direttore tecnico-commerciale del gruppo, presidente ed amministratore delegato di società collegate (Ged s.p.a., Monoceram s.p.a.).
Nel 1992 in piena "tangentopoli", fui arrestato da Felice Casson della Procura di Venezia, nell'ambito di indagini riguardanti un appalto pubblico, e rinchiuso per 25 giorni nel carcere di
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Treviso. La stessa Procura poi, durante il processo nell'aula bunker di Mestre, richiese ed ottenne la sentenza di assoluzione con formula piena, cui è seguito il rimborso da parte dello Stato per ingiusta detenzione.
Nell'aprile del 2000 il sindaco Gaetano Sateriale, che non conoscevo personalmente, mi ha voluto a Ferrara nel ruolo di direttore generale del Comune. La prospettiva di poter dare un contributo alla mia città, nell'ambito di un annunciato progetto di cambiamento, mi ha convinto a lasciare la CMC per il nuovo impegno, con varie rinunce, inclusa quella economica.
Purtroppo l'ostilità dei partiti di maggioranza e l'inconsistenza del sostegno del sindaco, da subito rinunciatario degli impegni assunti con gli elettori, hanno bloccato il cambiamento avviato nella macchina comunale. Crescenti conflitti, veri o strumentali, con alcuni assessori e con i partiti della maggioranza, hanno provocato la revoca dell'incarico nel novembre del 2002, nonostante il sindaco avesse firmato l'impegno contrattuale di retribuirlo fino alla scadenza del mandato, in assenza di giusta causa.
Negli anni successivi sono tornato alla mia professione di manager d'azienda, e da allora sono amministratore delegato nel gruppo Manini (leader nelle strutture prefabbricate industriali) e consulente di altre società.
A partire dal 2003 ho intensificato il mio impegno civico a Ferrara, dapprima con interventi sulla stampa su temi "sensibili" quali Turbogas, Inceneritore, Cona, Coopcostruttori, Bilancio comunale, Mobilità urbana, Agea ed Hera. Poi, contribuendo con altri alla nascita di Associazioni e Comitati ambientalisti: nel 2004 FerrAria Pulita, nel 2005 Medicina Democratica, nel 2007 Movimento Referendario. In tale contesto ho promosso battaglie per la difesa dell'ambiente e la tutela della salute.
Oltre a manifestazioni, cortei, assemblee, conferenze scientifiche in piazza e decine di interventi sulla stampa, ho promosso battaglie significative per la città. Nel 2004 la raccolta di 5000 firme contro Turbogas e Inceneritore. Nel 2005 due conferenze con Paul Connett e l'esposto alla Procura sull'Inceneritore di via Conchetta, cui è seguita la chiusura dell'impianto. Nel 2006 due manifestazioni con Virginio Bettini ed una con Beppe Grillo. Nel 2007 referendum autogestito con 11.539 partecipanti e manifestazione con Beppe Grillo.
Nel 2005, a seguito di alcuni miei articoli sull'inceneritore di Conchetta pubblicati dal Resto del Carlino, sono stato querelato per diffamazione a mezzo stampa presso la Procura di Bologna da Hera, che ha avviato nel contempo anche una causa civile presso il Tribunale di Ferrara, con richiesta di danni ingenti. Due anni dopo, la querela è stata archiviata per assenza di reato e la causa civile si è conclusa con la condanna di Hera al pagamento delle spese legali ed al risarcimento dei danni per "causa temeraria".
Nel 2007, nell'ambito della battaglia contro la Turbogas e l'Inceneritore, ho predisposto le relazioni tecniche innestate nei procedimenti della Provincia e del Ministero dell'Ambiente, riguardanti l'AIA dell'Inceneritore e l'approvazione del progetto di trattamento degli off gas nella centrale Turbogas.
Dopo audizioni del Movimento Referendario in Provincia ed al Ministero, la Turbogas è tuttora spenta ad oltre un anno dall'ultimazione e sull'Inceneritore pende un doppio ricorso presso il TAR di Bologna, di cui ho redatto le relazioni tecniche.
Nel 2008, insieme ad altri compagni di battaglie, ho promosso e fondato l'Associazione politica e culturale "Progetto per Ferrara".